"Il buono uccide il cattivo e il pubblico applaude". Una formula classica, considerata come il perfetto "lieto fine". Ma... qualcosa non quadra, no?
Perché se la violenza fosse relegata all’interno dello schermo, nell’ambito della finzione… potrebbe anche servire. Ma non è così.
La cruda realtà ci mostra che da ogni parte, si applica l’antica legge "occhio per occhio, dente per dente"… e le conseguenze sono: divisioni, rancori, odio, violenza, insulti, umiliazioni… Conclusione: questo finale non è lieto e non è nemmeno un finale, semmai l’inizio di una serie interminabile di capitoli tristi, i cui protagonisti sono persone reali, in carne ed ossa.
Di fronte al panorama desolante di una cultura della divisione e del conflitto, possiamo farci contagiare e unirci alla guerra... o semplicemente lamentarci… oppure fare qualcosa di positivo per fronteggiare i molti “haters” che si muovono senza alcun freno.
La mia scelta è chiara: azione! Desidero fomentare la pace nella società, facendo conoscere l’efficacia del perdono. Perché non conosco nessun altro rimedio che abbia la capacità di porre fine ad ogni conflitto.
Chiedere perdono e perdonare funziona. Nel 100% dei conflitti.
IL MIGLIOR REGALO lo presenta in modo evidente, non con teorie, ma con storie reali di riconciliazione, nelle quali la pace finalmente trionfa sulla guerra. E in ogni caso, questa vittoria sembrava impossibile.
Per questo non mi accontento che IL MIGLIOR REGALO "piaccia". Aspiro a qualcosa di più importante: che guarisca ferite profonde nei cuori degli spettatori. Desidero che tutti ricevano la forza per chiedere perdono e per perdonare. Questo sì che è un lieto fine.